Il campionato di A è fermo dato che la Nazionale deve giocare due amichevoli. Nel frattempo, è ancora in corso lo sport nazionale nel Draghistan ,Quello più in voga ancora del calcio e soprattutto più diffuso: inchinarsi con stile davanti ai padroni americani.
Mentre tutto il Draghistan è in fervida attesa di capire cosa accadrà nel consiglio comunale di Bari (e sticazzi) il povero Draghistan soffre le pene dell’inferno. Per esempio non sappiamo dove siano finiti i trattori. qualcuno li ha avvistati? Sono tornati ai fienili di casa oppure bivaccano intorno alle più grandi città? Questo interrogativo mi toglie il sonno.
Sapete, la censura colpisce parecchio e duro. Quando mettevano il segreto militare alle siringhe di stato chiamate vaccini era un caso di dittatura sanitaria e va bene (per modo di dire) ma censurare il percorso di una fila di trattori mi pare un po’ eccessivo.
A questo punto del discorso, volevo dedicare un commento a chi ci chiama leoni da tastiera. A parte me, che come noto al massimo sarei un sorcio da Play, ma volevo far cortesemente notare che se vai a fare il leone in strada, hai due alternative possibili: o ti danno il tso come persona pericolosa (vi ricordate Messina?) oppure ti danno il daspo e non puoi nemmeno girare a casa tua visto che abiti proprio lì. Quindi, fare il leone da tastiera, sempre che il gestore del sito/blog/social che sia non ti censuri, sta pian piano rimanendo l’unica possibilità per dire qualcosa di scomodo. Ce ne sarebbe un’altra di quelle intelligenti ma non lo vorrei dire troppo forte perché so che mi leggono in molti e non vorrei si spaventassero.
Questo regime di pagliacci tragici si batte inesorabilmente con le sue stesse armi, ma non ditelo in giro, mi raccomando. E non sono le manifestazioni che lasciano letteralmente il tempo che trovano. Quelle servono in democrazia. non mi pare ce ne resti nemmeno la puzza, qui nel Draghistan.
Voglio dire che pare proprio che la democrazia equivalga al governo del popolo ma qui comandano esclusivamente servi sciocchi che hanno i loro riferimenti del Deep State fatto da cow-boy impazziti. Voi, cari draghistani, andate a votare per eleggere chi si inchinerà meglio e presto a costoro, punto; anche quando vi dicono che state eleggendo i membri di un parlamento che conta ancor meno di quello nazionale ovvero quello di Madame Uèuè, andate a eleggere chi, all’interno di quel parlamento, si inchinerà meglio ai sopraddetti cow-boy.
Non lo dico io, lo dicono i fatti, in primis, e le conseguenze dei fatti subito dopo, in coro però.
Altro inciso: io sono letteralmente nessuno, ovvero soltanto un sorcino da Play ma non posso che dire la verità, e se aspettate che ve la raccontino in televisione oppure durante un convegno o ancora leggerla sui trattati universitari, state freschi pure ad agosto e risparmiate il condizionatore. Sennò poi il Dragone Volante viene a chiedervi se volete la pace o l’aria condizionata, non si sa mai.
Non fate caso a me, dopo sessant’anni di vita forzata nel Draghistan può capitare questo e altro. Sapete com’è: io mi limitavo a scrivere recensioni di videogame, pensando, tra me e me che la vita virtuale fosse infinitamente meglio di quella reale o presunta tale. Poi mi hanno inserito a forza nel survival horror del Draghistan, dove: potevi girare solo con la giustificazione in tasca, fino alle 18 perché il covidillo cattivo usciva di casa un minuto dopo. Non potevi ricevere neanche qualcuno a casa, ma al massimo essere nel nucleo familiare. Poi qualcuno ha avuto la pessima idea di far notare che era ridicolo evitare assembramenti al bar o in casa propria se sui treni pendolari e sulle metropolitane girava contemporaneamente mezza città. E allora hanno inventato il Nazi-Pass se ti tamponavi o ti bucavi, altrimenti era galera lo stesso.
Uscito il buco di stato, se non lo facevi non lavoravi più e non potevi nemmeno andare in banca o alla posta. Nel frattempo ,e non me lo sono sognato, c’erano anime belle in televisione che urlavano che contro chi non si bucava dovevano essere impiegati i cannoni o i lanciafiamme anche in simultanea. Invece i cannoni ad acqua, chiamati idranti, li hanno riservati ai portuali triestini inginocchiati a pregare.
Bene, è o no la trama adattissima a un potente GDR-survival horror dal vero? L’alternativa è blastare zombie o andarsene a cercare demoni infernali su Marte mentre giochi Doom.
Io mi divertivo più nel Draghistan a resistere alle fiatate infernali del Dragone Volante e amiconi, tutti arroccati in parlamento, dove qualcuno lottava eroicamente contro la mascherina.
Signori, volete chiamarla realtà? Io preferisco chiamarla Draghistan e pensare di vivere in un survival horror e dover sopravvivere comunque. Come quando vado a fare la spesa e mi sembra di entrare in gioielleria. Ah, dimenticavo: sapete come si fa a far crollare qualsiasi regime senza nemmeno muoversi da casa, qui, nel gioco di ruolo (questo significa GDR) del Draghistan?
Semplice: devi togliere aria, acqua e pane al regime imperante. Ragionateci su. Io non posso darvi la soluzione completa del gioco dritta dritta perché lo devo ancora finire poi esiste un reatuccio che si chiama istigazione a delinquere e lo usano quando di solito qualcuno trova la soluzione interessante tipo cheat al gioco che non si può dire o scrivere.
Questo è un survival horror, mica uno scherzo. Le regole sono tagliole sempre valide. Ma poi volete davvero che la rivoluzione la inizi un sorcino da Play? Dài non è seria neppure come trama di un film grottesco.
Nei giochi o nei film, Rambo è una specie di gigante con i muscoli di acciaio. Male che vada è un agente bello e tenebroso, oppure una sventola abile con i veleni o i pugnali. Oppure sei Topolino o Batman, insomma viene male con un videogamer che dovrebbe riuscire a far sollevare le masse con un post su un blog che leggono in dieci se non hanno di meglio da fare.
Regà. non mi credono più nemmeno i figli, che giustamente si fanno i survival loro, Quindi, forse fate bene voi a praticare lo sport nazionale con grande impegno e dignità. Mi raccomando, sorridete per le fotografie. E non preoccupatevi: è un gioco.
