Ragazzi, soffro il caldo, Il Draghistan caldo è una tortura. Era meglio una dittatura fresca.
Il bello è che emigrano pure via mare, qui nel Draghistan, e quasi tutti nell’Hotel Lampedusa, dove arrivano senza sosta (mi mancano persino le contumelie del Panzone legaiolo, ora azzittito e neutralizzato da Madame Uèuè.) gli scampati ai naufragi di turno.
Da quando sono nato, devo dire che il turismo nella minuscola isoletta delle Pelagie non è mai mancato. Molti sono stati quelli morti in mare per raggiungerla a bordo delle più improbabili imbarcazioni che si siano mai viste. Una strage senza fine.
I sopravvissuti sono passati di lì e molti sono rimasti nel Draghistan. Evidentemente, al mondo c’è di peggio. Per esempio la guerra. I despoti, quella, sanno farla molto bene.
Mentre combattono per noi, o piuttosto contro di noi, i cari tiranni di Davos preparano le città 15 minuti. Non lo avrete sentito, o forse sì: vogliono chiuderci dentro isole abitative che si percorrono con 15 minuti a piedi, fornite di ogni servizio. E su questo punto della completezza dei servizi offerti, permettetemi di dubitare.
Credo tipo le fasce urbane per il costo dei trasporti per i centri più grandi. Hanno sperimentato il tutto a Oxford con le conseguenti proteste della popolazione per le limitazioni alle sortite da questi centri abitativi: solo 100 ogni anno. Qui c’è la versione cara alle Elite: ovviamente lo fanno per noi.
Limiteranno, sempre per noi, i nostri spostamenti con la scusa delle famigerate emissioni di Co2. Conteranno anche quelle di metano, quindi niente fagioli per la popolazione residente? Vi ricordate quando sostenevano che i grandi allevamenti di bovini riuscivano a bucare lo strato di ozono?
Vedrete i peana dei gretini di turno. Sì, certo, chiudeteci dentro le isole 15 minuti. Del resto ,sempre meglio di una psico-pandemia che ci rinchiudeva in casa per colpa del covidillo crudele.
Meravigilie del Draghistan per tutti, fatevi avanti e godete!
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