Trattasi di un survival horror, in terza persona seguito del primo Alan Wake. Prodotto da Remedy Entertainment, robusta casa finlandese e pubblicato dalla mitica Epic Games.
Bene o male, si tratta di un ottimo gioco, uscito a ottobre ma già relativamente famoso e costoso. Okkio perché i requisiti grafici per la versione pc sono incredibilmente esigenti. In termini tecnici la grafica adottata supporterà anche il ray tracing e una funzione nota come il DLSS 3,5 di Nvidia. Tradotto, significa che a seconda della macchina che avrete, mi pare evidente che serva almeno un Intel Core i5 7600 per giocare. Sul disco fisso servono almeno 90 GB.
Fate prima con la Play5, secondo me. I prezzi per le macchine da gioco nei personal computer hanno da tempo superato quelli necessari per una buona Play Station. Sarà un problema o no?
Questo dovevo dirvelo perché lo sto provando da un amico che ha macchine da sogno che si assembla o rigenera da sè: pc e Play come se piovesse. Insomma, è diventato quasi impossibile seguire i giochi per personal computer da sogno e da gente ricca, questa è la verità.
Se poi il gioco valga la candela, oltre al prezzo per farlo girare, ora lo andiamo a vedere. Debita premessa: ho potuto giocare per circa due ore e ho fatto una discreta fatica con gli occhi e occhiali che porto. Solo sottotitoli italiani.
Si inizia il gioco e siamo solo un uomo perso in un landa boscosa e oscura. Ci affrontano dei tizi piuttosto inquietanti che si presentano come la Setta dell’Albero. E ti pareva. Il tizio resta immobile su una sorta di altare e taglio scena. Boh. Si riprende di giorno ma si vede poco lo stesso. FBI e polizia locale che indagano su questo poveretto che poi viene trovato talmente morto che sembra sbranato da un animale selvatico. Ora controlliamo una simpatica detective della stessa FBI.
Potremo accedere al luogo mentale per analizzare di volta in volta gli indizi e i progressi che facciamo. Da leggere i numerosi inserti di testo che costellano l’avventura.
Evito di raccontarvi il resto. Per farla breve, quasi più un film horror che un video-gioco o almeno più avventura che survival horror.
Grafica problematica e tutto troppo buio. Il che significa che la macchina farebbe fatica a processare i dati necessari se fosse prevista una maggiore illuminazione. Storia interessante ma la realizzazione tecnica, almeno sulla macchina dove ho testato il gioco, mi fa pensare che su Play 5 renda un po’ meglio. Vi farò sapere.
Ora, come commento intermedio, vi dico che amo i survival horror, le avventure horror un po’ meno ma quando gioco vorrei vederci e comunque amo i finali aperti. Altrimenti mi guardo un film che faccio prima e mi costa meno. Mi spiace ma stavolta, l’impresa non vale il prezzo dell’hardware di certo. Se siete ricchi e potenti, allora cambia tutto. Oltre a girare in Ferrari, potete avere personal computer degni di giochi come questo.
