Nel Draghistan sposarsi costa un botto. Tra casa, tasse, cerimonia religiosa e affini, stanziare almeno duecentomila brande. Andrete a vivere in una catapecchia di due locali per rimpiangere la casa genitoriale. Vi amate ora ma la vita in due è un sacrificio continuo.
Avete stato, banche, multinazionali ed enti locali pronti a depredarvi: condominio, bollette, Tari eccetera che vi lasceranno neanche il minimo per vivere o sopravvivere. Avere a disposizione la vostra lui o il vostro lei la notte non vi basterà più dato che sarete talmente scoglionati, ammesso che lavorate, per dovervi alzare la mattina presto che dormirete anche in piedi come i cavalli.
E non è andata meglio a chi avete invitato al vostro matrimonio.
Se volete un figlio, preparatevi: o gli fate dodici pere o dovrete mandarlo a scuola parentale. A proposito: informatevi bene perché i figli che mettete al mondo non sono vostri ma dello stato ovvero del Draghistan. Leggete bene l’estratto dell’atto di nascita e avrete qualche sorpresina.
È il Draghistan, bambole e bamboli, mica siete in vacanza! Zitti e Uèuè
