La povera Sardegna e il Draghistan

Giano Bifronte, il misterioso dio romano con due volti

Poveri amici sardi, povera Sardegna. Fu disgustata dalle sinistre, eleggendo clamorosamente il Centrodestra che ieri ha rifiutato, cadendo di nuovo nel medesimo ma contrapposto errore. I poveri sardi, abituati da sempre a prendersi il peggio dello Stivale oggi Draghistan, non ne sanno uscire: si dibattono tra opposti e uguali finti estremismi.

Centrodestra e Centrosinsitea sono solo le facce di una sola, disgustosa, patria comune, che il termine Draghistan incarna perfettamente: entrambe proni ai padroni american i e ai padroni europei. Quello che perde è sempre il Draghistan, che sgoverni l’uno piuttosto che l’altro. Un gioco talmente semplice ed efficace da tenerci tutti in gabbia da sempre.

Serviti quelli che pensano che le elezioni falsamente democratiche servano a qualcosa: o padella o brace. Vince una  poi vince l’altra nel discendere in un abisso dittatoriale senza fine. Ragazzuoli sardi e non sardi: in dittatura non si vota MAI. In effetti, hanno votato solo la metà degli aventi diritto ben oltre le speranze di un regime alla frutta ma ancora in sella.

Oppure, fate vobis e beccatevi, a giorni alterni, un ceffone su una guancia, poi sull’altra. Molto cristiano, certo, ma la faccia è vostra.

Gli schiaffi in faccia diventano uno sport regolamentato a Las Vegas:  "Spesso i giocatori hanno commozione cerebrale o perdono i sensi per i  colpi” - Il Fatto Quotidiano

La povera Sardegna e il Draghistanultima modifica: 2024-02-27T11:29:16+01:00da marcar2007
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