Sparatutto mitico creato da Id Software nel lontano 1993 e solo per pc, ha segnato un’epoca purtroppo lontana. Sparatutto in prima persona che vedeva uno sfortunatissimo marine andare a vedere cosa fosse accaduto in una luna di Marte, Phobos, che, lavorando per la USC (Union Aerospace Corporation) deve andare a indagare su uno strano incidente occorso durante la lavorazione per un teletrasporto tra Phobos e Deimos.
Tutto ciò ha causato la sparizione di Deimos e l’arrivo di ondate di mostri terirficanti che hanno invaso Phobos. Una votla arrivato in loco, il resto della sua squadra entra nella costruzione militare ma scompare e quindi il povero marine deve andare a vedere cosa sia accaduto scoprendo che il personale della base è stato trasformato in zombie che lo attaccano con l’aiuto micidiale di orde di mostri.
Alla fine di questa avventura, il marine torna sulla Terra solo per scoprire che l’inferno è arrivato anche lì: questa la trama del mitico Doom2.., del 1994. Poi Doom 64 e Doom3, nel 2004 ma slegato dalla trama precedente. comunque, l’ultimo segmento, a parer mio ,a valere la spesa dell’intera saga che poi, in realtà prosegue con un’espansione nel 2005. Se vogliamo, il vero Doom per me, conta i due primi capitoli, semplicemente indimenticabili e giocabili al massimo livello.
Duellare con il diavolo che ha due cannoni al posto delle braccia è stato, per me, il duello principe con un boss finale da brivido. Il povero marine, infatti, si è trovato, per ben due avventure, a confrontarsi con l’intero inferno imbracciano motosega, doppiette, mitragliatrici e il mitico BFG, un’arma a plasma.
Meno avventura di Half Life più sparatutto: questo è stato Doom e mi manca parecchio.
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