Ancora una volta, anche le elezioni per rinnovare l’unico parlamento che non legifera, sono finite ma un dato è certo: il partito maggiore è quello del NON VOTO. Ora assisterete ai proclami di chi ha apparentemente vinto, chi ha perso, chi si consola con l’aglietto come diciamo a Roma che di papi si abituò a vederne morire e nascere tanti.
Rassegnatevi, servi sciocchi: il popolo non vi crede più: solo il 49,5 si è prostrato alla vostra inutile cerimonia elettorale per fare il servo ancora una volta.
Che devo dirvi? Lo schifo assoluto ha dominato il Draghistan sia prima che dopo questo ridicolo e inutile voto dominato dal non voto, cioè l’astensionismo. A parte il fatto che ha ragione sempre Twain che chiarì subito che se ci lasciano votare è perché non serve a nulla. Questo regime esiste per creare schiavi ,non per liberarli.
Io ho fatto come sempre: non ho badato a loro, ho guardato e sono passato oltre. Ma cosa volete che cambi quando una pletora di schiavi si riunisce per formare una commissione che poi andrà a confrontarsi con altre commissioni per non contare un’emerita cippa a Bruxelles?
Qui nel Draghistan siamo schiavi degli USA e pieni delle loro basi militari: un bel target per i missili di zio Putiniello. Poi siamo anche vassalli di Mamma Uèuè dove Francia e Germania sono le peggiori vittime della guerra e delle restrizioni. Cosa aspettarsi da gente che prendeva per quattro spiccioli l’energia da Zio Putiniello e ora la deve elemosinare dal padrone americano a costi decuplicati? Secondo voi, come possono sentirsi i cittadini di quei lontani Draghistan?
In questo Draghistan non nascono bambini, l’economia è pari al deficit, presunto o reale che sia, e stiamo morendo di fame senza reddituccio. Chi ha voglia di votare cosa? Ma potrete ragionare, per un solo attimo, mentre vi inginocchiate davanti ai vostri padroni?
Dimenticavo? Salutatemi i servi del cosiddetto anti-regime che speravano di gareggiare con i servi del regime. La Storia, oltre che la logica, non insegna mai nulla. Alla loro faccia, ancora una volta, si mostra l’unica, vera, ribellione possibile: sputare contro il regime e non blandirlo con caricaturali candidature.