Antefatto.
Ero bambino e vidi un film incredibilmente profondo che per la prima volta, mi fece comprendere la follia umana legata al terrore nucleare. Era il Dottor Stranamore, film geniale diretto da Stanley Kubrik e, tra gli altri, interpretato da un geniale Peter Sellers – tratto da un romanzo altrettanto geniale di Peter George, del 1958. Leggete la trama del film, prima di proseguire la lettura di questo post. Genio necessario per parlare di follia pura.
Bene, per anni per le masse, il pericolo nucleare equivaleva proprio a follia pura: significava cancellare la vita sulla Terra e renderla un inferno per i pochi sopravvissuti. Tra l’altro, in quegli anni si calcolò che tra gli esseri viventi, i soli che avrebbero potuto sopravvivere a un olocausto atomico erano i ratti.
Notizia di oggi. Una nube atomica, secondo la versione russa, si starebbe dirigendo verso l’Europa. I Russi avrebbero bombardato un deposito di armi europee regalate agli Ucraini tra le quali ci sarebbero state le tristemente note armi a uranio impoverito. Dalla conseguente esplosione si sarebbe sprigionata la pericolosa nube atomica, ovviamente diretta tramite i venti proprio dalle nostre parti. Vero o falso, ce ne accorgeremo presto.
Se fosse vero, ecco la nuova follia: l’Occidente avrebbe fornito armi contenenti uranio impoverito in un territorio di guerra alle porte dell’Europa.
Dite la verità: vi sembrano atti degni di menti lucide e consapevoli? Questi pazzi, tra l’altro, l’olocausto atomico l’hanno fatto già assaggiare ai poveri Giapponesi di Hiroshima e Nagasaki per mani dei militari e cow-boy USA e getta. Non era un film, purtroppo e nessun tribunale internazionale ha mai verificato e condannato questo atto semplicemente e orrendamente mostruoso. Era il 6 agosto 1945.
Esiste un altrettanto geniale autore italiano che accredita di pura follia e malvagità i comportamenti delle Elite manovrate dai Rettiliani in questo romanzo veramente incredibile che trovate soltanto su Amazon.
Insomma, da sorcino da Play, io me ne sto rinchiuso nella mia tana per un po’. Se vedete la nube, avvisatemi. Ho forse il tempo per rileggermi il romanzo. Il nucleare mi rovina la pelle e l’appetito.
